Dovete sapere che esistono software, anche basso costo, che permettono di hackerare e quindi spiare lo smartphone e tutti, potenzialmente, possono essere in grado di venirne in possesso.
Questi software sono piuttosto semplici da utilizzare, quindi chiunque mosso da qualsiasi ragione, che sia un tradimento oppure per sorvegliare un dipendente, può trasformarsi in spione digitale.
Partiamo dal definire il genere di software che andremo ad analizzare: si tratta di trojan, cioè programmi che installano un componente nel dispositivo della vittima, che agisce da spia e invia le informazioni al dispositivo mandante.
I rallentamenti possono essere i primi sintomi di un’infezione.
Se avete un dispositivo iOS, occorre che questo sia in qualche modo jailbreakato, cioè possa eseguire codice non certificato da Apple. Se non lo è, è impossibile essere infetti.
Android è più vulnerabile. Per scoprire se lo smartphone è hackerato, bisogna osservare eventuali utilizzi non autorizzati: sms inviati o ricevuti, chiamate fatte o ricevute, file eventualmente cancellati.
Consiglio valido per tutti i dispositivi, è quello di controllare il traffico di dati. Se c’è un aumento di dati notevole rispetto alla normale attività, è probabile un’infezione.
Un’altro sintomo per capire se abbiamo lo smartphone hackerato è la durata della batteria che si scarica molto più velocemente, all’improvviso.
Se notate anche disturbi alla linea come rumori di fondo o eco senza sosta, mettetevi in guardia.
1. Su Android, installare sempre un antivirus;
2. Aggiornare il sistema operativo all’ultima versione;
3. Ripristinare lo smartphone alle impostazioni di fabbrica;
4. Evitate jailbreak e root.
Avrete capito che conservare i vostri dati sullo smartphone non è proprio una bella idea.
Il nostro consiglio è quello di utilizzare p4Ss, la pendrive riservata che fornisce una protezione dei dati con crittografia software AES-256bit, per garantire massima protezione anche in caso di attacchi brutali.
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